Jazz, rock e techno: la musica e il gaming sono sempre più uniti

Melodie, note, scenari musicali, ritmi. Tutto si fonde nel grande universo del gaming, che guarda sempre di più al mondo della musica per creare nuovi giochi e nuovi modi di appassionare l’utente.
gaming

Che la musica fosse fondamentale per il mondo del gaming era ormai appurato, ma le nuove frontiere di questo connubio vanno aldilà di una semplice colonna sonora, di un sottofondo o di un motivetto. Per anni la relazione tra questi due mondi è stata intesa soprattutto al servizio dell’industria musicale ma negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando.

Musica e gaming infatti si uniscono sempre di più, creando delle forme ibride di intrattenimento, stimolando gli appassionati e sfornando nuovi prodotti. Basti pensare ai concerti in streaming che sono andati in scena su Fortnite, il gioco online amatissimo tra i più giovani: Ariana Grande, Mohamed Hamaki, Travis Scott (che ha raggiunto oltre 12 milioni di persone durante il suo live). Il mondo del gaming insomma sta cambiando e il merito è anche della musica. Oggi proviamo ad approfondire soprattutto un genere: il jazz, tra i più prolifici per quanto riguarda la simbiosi con il gioco.

La mostra evento di Spoleto

Partiamo da un esempio di qualche anno fa e andiamo proprio nella patria del jazz italiano, l’Umbria. È proprio qui, precisamente a Spoleto, che è andata in scena una mostra unica nel suo genere, dal titolo “Jazz is a video game”. Un progetto articolato e interdisciplinare che ha messo in relazione le sonorità di questo genere e le espressioni di linguaggio audiovisiva. Suoni, immagini, riproduzioni, videogames e videoarte si sono unite e confuse sulle note di due orchestre. Una sorta di gamification del jazz, usata per catturare l’interesse soprattutto dei più giovani e che ha visto la partecipazione della Colours Jazz Orchestra diretta da Massimo Morganti e la Young Jazz Art Ensemble diretta da Mario Corvini.

Due titoli cult per gaming e jazz

jazz gaming

Ma entriamo ancora più nel merito di questa storia d’amore tra jazz e gaming. Per farlo facciamo due esempi di titoli che uniscono questi due mondi. Il primo arriva dal gambling e porta il nome della slot machine “The Big Easy”. Ideata da IGT, International Game Technology, una delle software house più importanti del mondo, prende ispirazione proprio dai locali jazz di New Orleans: luci soffuse, locali notturni, le note di un sax e di una tromba che suonano malinconiche, poi vivaci e veloci e poi di nuovo lente.

Altro titolo che è una vera chicca per gli appassionati è quello di “Genesis Noir”, che porta la firma di Feral Cat Den, piccola casa produttrice indipendente con sede a New York. Un videogioco ibrido che è il massimo esempio di come le arti possano unirsi e mescolarsi nel gaming: tutto ha origine infatti da Le Cosmicomiche di Italo Calvino, che prendono vita grazie alle illustrazioni di Saul Bass e alle note noir di un jazz stile anni 50. Un videogioco che rappresenta al meglio il sincretismo artistico e musicale degli ultimi tempi. Per un’esperienza di gioco assolutamente non convenzionale.